Dopo i due anni di leva obbligatoria, si poteva scegliere se entrare in un'accademia militare o lavorare presso un Istituto specialistico. Dopo il suo servizio militare, Vuc aveva scelto di intraprendere la carriera che gli piaceva, ed era diventato fotografo nello stesso giornale dove lavorava sua moglie.
Comunque, non pochi maschi si arruolavano volontariamente nell’esercito. Dopotutto, il servizio militare era un onore. E - cosa non trascurabile - era vantaggioso sotto molti aspetti, anche economici. Il personale militare riceveva regolarmente dei pass per accedere ai negozi speciali. Dove era possibile acquistare beni che altrimenti sarebbero stati preclusi.
... Zima, testimone fin dall’infanzia di ciò che aveva sopportato sua sorella, aveva preso una decisione: non voleva sposarsi subito dopo la scuola ed essere costretta a “dividersi” tra marito, figli e studio (e in seguito lavoro).
Pertanto, sperava di diventare un operatore radio nell'esercito. Per riuscirci, doveva assolutamente frequentare un'accademia militare dopo la scuola. Dopodiché sarebbe passata direttamente nell’esercito, almeno fino ai trent’anni. Senza dimenticare che, chi aveva deciso di fare carriera nell’esercito, godeva di benefici e privilegi importanti, che concedeva alle donne la libertà di non sposarsi e non avere figli fino a quell’età. Le soldatesse ricevevano anche dei contracettivi da parte dello Stato, per evitare di restare incinte.
Tuttavia, dopo i trent'anni, il matrimonio diventava obbligatorio. L'esercito organizzava appositamente delle feste da ballo, in modo che uomini e donne potessero socializzare. Se qualcuno non riusciva a trovare un partner, era la direzione stessa a formare le coppie. E, se si voleva continuare a lavorare per l’esercito, i ragazzi venivano comunque costretti a sposarsi. Nel contempo, l’esercito offriva molti vantaggi alle soldatesse che restavano incinte nei termini e nei tempi giusti. Innanzitutto, il congedo di maternità per le donne militari era di un anno intero, mentre per le civili era di sei mesi. Poi, forniva alle sue soldatesse ottime cliniche e ospedali militari per tutte le fasi della gravidanza fino al parto, nonché ottimi asili nido, dove era anche possibile lasciare il bambino per tutta la settimana di lavoro e portarselo a casa nei weekend, come una pensione. E se si era costretti a lasciarlo anche nei fine settimana, i bimbi venivano accuditi da apposito personale ”volontario forzato”. In quanto, com’è risaputo, i militari non hanno un orario di lavoro regolare. Tuttavia, una volta cresciuti, i figli dei soldati frequentavano scuole pubbliche, al pari dei loro coetanei.
Chiaramente, i militari avevano libero accesso ai depositi dell’esercito, grazie ai loro pass. Dove potevano trovare ogni genere alimentare e di conforto.
Zima mal tollerava l’eventualità di doversi sposare un giorno con un uomo scelto da altri e che magari non amava. Lei aveva già qualcuno nel suo cuore. Ma per ora, il matrimonio era fuori questione. Zima non poteva nemmeno confidare a nessuno i suoi sentimenti...Malgrado ciò i vantaggi nel servire l’esercito erano nettamente superiori agli svantaggi.
“Almeno potrò andare nei negozi speciali, che sono tanti. E fino ai trent'anni nessuno mi assillerà con i figli e il matrimonio - pensava - E se sposerò un militare, come soldatessa avrò un congedo di maternità per un anno intero. Non dovrò estrarmi il latte in nessuna toilette. E mio figlio potrà frequentare un ottimo asilo...”
Zima uscì dal bagno e andò a fare colazione: torta di cavolo e menta fermentata al posto del the.
“Grazie a mia nonna per averci inviato le tisane dal villaggio!” pensò. Dopotutto, la menta era pur sempre meglio di niente! Con quella penuria cronica di merci, benché nessuno potesse dire di morire di fame, si sentiva la mancanza di generi di conforto. A volte perfino la carta igienica era difficile da trovare.
Per fortuna, la nonna paterna di Zima viveva in un villaggio in periferia di una piccola città, relativamente vicina al confine con il Regno di Kunin, uno dei paesi dell'Alleanza.
Le terre da quelle parti erano abbastanza fertili e la nonna coltivava vari ortaggi e frutta nel suo giardino: patate dolci, mele, cetrioli, carote, menta, aneto, prezzemolo, ecc. Preparava delle conserve di ortaggi e frutta, marmellate e cose del genere. Era anche capace di essiccare le erbe per fare le tisane. Inoltre sapeva raccogliere le erbe commestibili nel bosco e riconoscere i funghi mangerecci, che poi metteva in salamoia. Aveva anche delle galline ovaiole. E quando il figlio con la sua famiglia andava a trovarla, la nonna gli regalava sempre tisane, conserve fatte in casa, patate dolci e uova. Era per questo che la famigliola di Zima resisteva abbastanza bene, in quei tempi di crisi.
I genitori di Vuc (il marito di Vesna) invece non avevano parenti nel villaggio. Ma a Vesna, in quanto madre di molti figli, il Regno aveva donato una casa sperduta in un piccolo villaggio, con un po’ di terra.
Ovviamente né Vesna né suo marito avevano tempo di coltivarla, perché lavoravano entrambi. Così i genitori di Vuc che, in quanto operai avevano la settimana corta, ci andavano tutti i weekend per curarle e coltivare l’orto.
In primavera, ci piantavano ogni sorta di ortaggi e frutta. In estate, durante le ferie, ci andavano con tutti i loro nipotini. E in autunno facevano delle conserve con i prodotti della terra che non erano riusciti a consumare.
... Zima mangiò la torta con appetito. Poi guardò l'orologio: era ora di andare a scuola. Lavò velocemente i piatti e corse in camera sua a prendere la valigetta. Una vecchia, ma solida grande valigetta in pelle che le aveva regalato da Vesna: era quella che lei usava quando era una studentessa. Era un po' vecchia, ma ancora in buone condizioni. Vesna era sempre stata una persona ordinata, che si prendeva cura delle sue cose.
Dopo aver preso la valigetta, Zima si recò in corridoio e poi uscì di casa con sua madre: avrebbero fatto un po’ di strada assieme. Poi la mamma si sarebbe diretta verso la biblioteca presso cui lavorava e Zima avrebbe proseguito per la casa della sua amica del cuore, Vera. Entrambe le ragazze sarebbero andate poi a prendere la loro amica comune Mira, e infine si sarebbero recate tutte insieme a scuola.
Ecco che Zima esce di casa con la mamma. Sia lei che la madre indossano giacche leggere. perché fa molto caldo..
Nel tirare fuori le giacche dall’armadio, prima di uscire di casa, la mamma aveva lanciato una triste occhiata in direzione della sua grigia pelliccia ecologica, e aveva fatto un gran sospiro.
La donna aveva cucito da sola quella pelliccia circa quattro anni prima, poco dopo quel fatidico giorno in cui Zima aveva fatto conoscenza con gli hippy e i loro volantini “da non leggere”. Quel giorno lei aveva posato lo sguardo sognante su quella meravigliosa pelliccia di visone che non si sarebbe mai potuta permettere. Così aveva acquistato il materiale necessario per realizzarne una in economia, e se ne era fatta una su misura. A dire il vero, la pelliccia era venuta molto bene.
La donna aveva preso spunto da un modello adocchiato su una rivista di cucito, la "Confederation Fashion". Dopo avergli apportato le dovute modifiche, adattandolo al materiale che aveva a disposizione in modo da farlo assomigliare alla lussuosa pelliccia della vetrina, si era messa al lavoro.
La donna era solita usare una vecchia ma solida macchina per cucire meccanica prodotta nel Regno di Seltsam. Una di quelle poche cose che non veniva né della Confederazione né dall'Alleanza.
Il regno di Seltsam era governato da una persona molto eccentrica, il Kaiser Wilhelm o, come lo chiamavano in molti, “l'artista pazzo”, un soprannome ormai noto a tutti.
Il motivo per cui Wilhelm era stato chiamato così era perché dipingeva degli strani quadri. E lo faceva anche durante le riunioni di Stato con i suoi ministri. Cosa ancora più bizzarra, il Kaiser dipingeva nudo pretendendo che anche i suoi ministri si spogliassero, per non perdere l’ispirazione. E sulla scia del suo estro dipingeva ministri nudi sullo sfondo di rose e amorini, o anche di golem meccanici o mitragliatrici. Inoltre, per suo stesso ordine, una grande sala del palazzo reale era stata adibita a mostra permanente dei suoi dipinti. Così tutti i cortigiani avrebbero potuto deliziarsi senza sosta delle pazze creazioni del loro Kaiser...
Il Regno di Seltsam faceva parte delle isole occidentali, dove una volta esisteva il continente che, a seguito del movimento attivo delle placche tettoniche, si era alla fine frantumato. Seltsam non entrava