Eric la raggiunse e l’abbracciò. Vivian, ancora al fianco della sorella, lo guardò torva. “Tori, puoi entrare.” le sussurrò.
Tori alzò lo sguardo piangente su di lui. “Ho…ho paura…” gemette.
“Andrà tutto bene, Tori. Wes guarirà. Se hai paura che il dottore stia mentendo ti assicuro che non è così.”
Tori riprese a singhiozzare, ma non si mosse.
“Tori, entra. Se vuoi ti ci accompagno io. Stagli vicino, lui ha bisogno di te. Non fare lo stesso errore che ho fatto io.” le sussurrò Eric. E guardò Vivian.
Vitoria puntò gli occhi su di lui. Aveva rinunciato a Vivian per proteggerla. Forse lei lo aveva capito. Annuì, lanciò uno sguardo a Vivian e lentamente entrò nella stanza. Eric la seguì. Wes era disteso in un letto, sotto una tenda di plastica trasparente. Era pallido, ma aveva il volto sereno. Quando si accorse che c’era qualcuno al suo capezzale aprì gli occhi. Provò a sollevare una mano per accarezzare Tori, ma non ci riuscì a causa della tenda. Lei scoppiò a piangere e si afferrò con tutte le sue forze alla tenda che faceva da muro tra loro. “Ciao, dolcezza.” riuscì a mormorare Wes.
"Oh, caro, sono qui!” gridò Vittoria, per farsi sentire. Wes sorrise lievemente.
“Ehi, stai cercando di rompermi i timpani? Sono ferito, non sordo.”
Tori sorrise tra le lacrime, poi si voltò verso Eric. “Ce la farà.” bisbigliò.
“Che ti avevo detto?” esclamò Eric, con un sorriso. Alzò due dita all’amico in segno di vittoria, e Wes, con sforzo, gli puntò il dito medio…in un gesto inequivocabile. “In culo, Eric.” mormorò.
“E’ tornato il solito stronzo. Sì, Vittoria, hai ragione. Ce la farà.” Scosse il capo e, sorridendo, uscì dalla stanza per lasciarli soli.
Era contento per l’amico, ma quella scena d’amore gli aveva fatto un po’ male al cuore. Gli mancava Vivian. Gli mancava la particolare intimità che c’era tra loro. Gli mancava la loro vita insieme. Avrebbe dovuto parlarle, spiegarle perché era sparito. Chissà se avrebbe capito. Non era il loro motto: sempre insieme per sempre? Beh, lui l’aveva tradita. L’aveva salvata, protetta…ma non aveva preservato il loro amore. Se avesse potuto tornare indietro non si sarebbe mai comportato così.
Un forte senso di infelicità e di solitudine gli squarciò il petto: era tutta colpa sua. Non doveva escluderla dai suoi progetti, avrebbe dovuto quanto meno spiegarle cosa aveva in mente di fare. Non avrebbe dovuto lasciarla così, sola e abbandonata, e ormai a conoscenza della sua vera identità…del suo ruolo all’FBI. Scoprire tutta a un tratto che l’uomo che ami non è quello che hai imparato a conoscere è qualcosa che ti distrugge dentro…
Eccola lì, accanto al davanzale della finestra in un corridoio d’ospedale, che gli voltava le spalle. Era furiosa, addolorata, e lo odiava…si probabilmente lo odiava. Quanto avrebbe voluto stringerla tra le braccia! Ma forse non tutto era perduto. Poteva ancora provarci. Spiegarle tutto…e aprirle il suo cuore. Implorarla di concedergli una seconda possibilità. Non sapeva se sarebbe riuscita a penetrare in quella donna caparbia e a vincere le sue resistenze…ma ci avrebbe provato. Lo doveva a se stesso, a lei…e al loro amore.
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