“Ve lo dico chiaro e tondo: non mi immischierei mai con gli AntiAmerica o con altri pazzi. Fate tutte le ricerche che volete. Non troverete niente che mi colleghi a loro”.
“Forse il tuo ragazzo è un membro di AntiAmerica. E tu sei la sua complice”.
Alanna balzò in piedi. “Siete sordi? Non abbiamo niente a che fare con loro. Se foste bravi a fare il vostro lavoro sapreste che sto dicendo la verità”.
“Ti dico ciò che so” l’Agente federale avanzò verso Alanna puntandole l’indice contro. “So che sei una ladra ed una bugiarda. Se non smetti di fingere di essere stupida verrai condannata in quanto criminale”.
“So di che cosa si tratta. AntiAmerica vi sta facendo rincretinire, quindi arrestate il primo hacker che trovate”.
L’Agente McBride allontanò alcune ciocche dei suoi capelli sottili dal viso. “Non farti illusioni. Sei una ladra d’identità. Credi che c’interessi una nullità come te?”
“Allora perché continuate ad inventare cavolate su di me e AntiAmerica?”
“Vogliamo che ci parli di Javier Acosta. Che diamine ci facevi nel suo appartamento? Cosa sei, la sua ex ragazza psicopatica?”
Alanna si precipitò verso l’Agente federale. “Come mi hai chiamata? Ne ho abbastanza di te—”
Alanna raggiunse circa metà tavolo prima che l’Agente McBride l’afferrò per un braccio e la scagliò contro al muro. L’Agente portò il braccio sullo sterno della ragazza con un ghigno in viso, ed il suo respiro caldo raggiunse la guancia di Alanna. L’Agente Palmer si frappose fra le due fino ad allontanare la collega. Alanna si rimise a sedere senza distogliere lo sguardo dall’Agente McBride, la quale ribolliva dalla rabbia causata dall’intervento del suo partner.
L’Agente Palmer indicò nella direzione di Alanna. “Calmati. Non peggiorare le cose”.
Aveva ragione. Omicidio. Attacchi alle banche. I Federali che davano gli hacker in pasto ai lupi per molto meno. Il fatto che Alanna non potesse essere collegata ad AntiAmerica o a Javier o Paul non avrebbe avuto importanza. Non contava nemmeno il fatto che non detenesse le competenze necessarie al fine di perpetrare gli attacchi. Ai Federali interessava ottenere delle promozioni e fare in modo che i cittadini fossero felici—non aveva rilevanza arrestare la persona giusta. Questa Agente McBride la stava spingendo a fare qualcosa di stupido. Non avrebbe ottenuto niente di buono a perdere la testa.
L’Agente Palmer si rimise a sedere, allungò la mano in tasca e sbatté una busta di plastica sul tavolo, all’interno della stessa si trovava l’iPhone della ragazza. “Parliamo del perché sei qui. Ieri e oggi hai ricevuto dei messaggi da Javier. Quand’è stata l’ultima volta in cui l’hai visto?”
“Qualche settimana fa”.
“Tutti quelli che lo conoscono dicono la stessa cosa. Sembra sparito dalla faccia della terra. Ha smesso di andare a lezione. Nessuno ha avuto sue notizie”.
“Per questo stavate sorvegliando il suo appartamento?”
L’uomo serrò le labbra. “Non mi è consentito condividere quest’informazione. Tutto ciò che devi sapere è che Javier un sospettato”.
“Non sapete dov’è, quindi sicuramente sta attaccando le banche per conto di AntiAmerica, vero?”
“Tutto ciò che vogliamo è che venga a parlare con noi, in modo da poterlo eliminare dai sospetti. Se è innocente come dici tu, nessun danno nessun affanno”.
La gamba di Alanna stava tremando sotto al tavolo. “Volete che lo trovi per voi”.
“Il fatto è questo: abbiamo abbastanza prove dalle tue operazioni di phishing da mandarti in prigione. Fortunatamente per te dobbiamo parlare con Javier. Poiché sei l’unica persona con cui ha comunicato, sei l’unico collegamento. Vogliamo trovarlo per convocarlo e porgli delle domande”.
“Mi lasciate andare se spio Javier per voi?”
“Ti stiamo offrendo un patto in cui tutte le tue accuse verrebbero annullate a condizione che tu lavori come informatrice fino a quando i termini del servizio saranno stati soddisfatti. Per prima cosa localizzerai Javier ed acquisirai qualsiasi informazione che lo collega ad AntiAmerica”.
Un’informatrice. I Federali l’avrebbero completamente avuta in pugno. Avrebbe trascorso il proprio tempo spifferando dati su Javier e chiunque altro fino a quando sarebbero stati ragguagliati a sufficienza. Avrebbe dovuto dire addio a tutti gli introiti ricavati dalle sue truffe. Per quanto ad Alanna non piacesse ciò che le stavano proponendo, l’alternativa era molto peggio.
Se glielo permetterai, le persone ti dissangueranno.
Alanna restò in silenzio per un po’ prima di rispondere. “Mettiamo che vi aiuto. Che succede se non riesco a trovare Javier? Sono comunque libera?”
L’Agente Palmer scosse il capo. “Mi dispiace. Non funziona così. Affinché tu possa ricevere il nostro aiuto ci devi assistere nelle investigazioni. O ci porti da lui o ci fornisci le informazioni necessarie in modo che lo possiamo trovare”.
L’Agente McBride ronzò attorno a lei fino quando non le torreggiò sopra. “Spero che tu dica di no. Dalle prove che ho esaminato, una ladruncola come te non ha motivo di essere libera”.
Il partner della donna si alzò in piedi e si avvicinò al lato opposto del tavolo. “Se rifiuterai sarà come se getterai via la tua vita. Quindi prenditi un momento per rifletterci prima di rispondere”.
Il sangue di Alanna le si congelò nelle vene quando entrambi gli Agenti la fissarono. Rifiutarsi di aiutarli significava riporre le proprie speranze in un giudice a caso affinché questi provasse pietà per lei. Finire in prigione e macchiarsi la fedina penale l’avrebbe distrutta. Gli hacker black hat dovevano sempre fare attenzione alle spie, proprio per quel motivo. La maggior parte dei ragazzi della sua età sarebbero stati terrorizzati di trascorrere anche un breve periodo dietro le sbarre. Quei due non sapevano però che Alanna aveva in mente una terza opzione.
Fissò le sue scarpe di pelle nera, fingendo di riflettere sulla decisione. “D’accordo. Lo farò”.
Il volto dell’Agente Palmer s’illuminò. “Hai preso la decisione giusta. Io e l’Agente McBride ti accompagneremo ad organizzare il tutto. Qualcuno ti fornirà tutte le informazioni necessarie a breve”.
Alanna rivolse ai due un ultimo ghigno. “Non vedo l’ora”.
Quando l’Agente Palmer uscì dalla stanza, l’Agente McBride torreggiò su di lei e le rivolse qualche altra parola. “Avrai anche convinto lui, ma non me. Se riusciamo a collegarti agli hacking di AntiAmerica, il patto si annulla e tu vai in prigione. Se arriviamo al tuo ragazzo senza il tuo aiuto, tu vai in prigione. Il tempo scorre”.
Alanna affondò sulla sedia quando sentì la porta chiudersi. Sembrava che la collaborazione avesse allontanato l’attenzione da sé stessa. Non poteva rischiare che l’Agente McBride o gli altri Federali scavassero nella sua vita. Il phishing non era l’unico genere di truffa che perpetrava. Se fosse andato tuto per il meglio non sarebbero mai venuti a sapere del suo asso nella manica.
3
Droghe
Jessica Bright. Nata a Birmingham, Alabama, il 3 febbraio del 2001. Patente di guida rilasciata all’età di sedici anni. Fedina penale pulita. Nessun federale che la sorveglia. Più affidabile di Alanna Blake, la ladra che era stata identificata. Jessica non aveva nemmeno idea del fatto che le sue informazioni personali fossero state rubate da un’agenzia di cartelle cliniche nel Sud della Florida. Jessica era l’identità di riserva di Alanna.
Stringeva in palmo di mano una tessera sulla quale si trovavano