Universi Mondi. Guido Pagliarino. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Guido Pagliarino
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Научная фантастика
Год издания: 0
isbn: 9788873040231
Скачать книгу
a ciò che vostri pensatori chiamano umanesimo sapienziale-scientifico. Scopo dei nostri intellettuali è sempre e solo il bene della persona che mai è considerata uno strumento ma sempre e solo fine primario della ricerca: non come accade, purtroppo per voi, sulla vostra Terra dove, tante volte, l’epistemologia, la scienza e la tecnica sono state e sono antiumaniste. Basti pensare a cose come lo Zyklon B Gas e le V1 e V2 del vostro Hitler o agli attuali esperimenti su feti umani.”

      Osvaldo, ormai non più precisamente sicuro di star subendo un’allucinazione, rivolto al telefonino disse: “Chi mi assicura che sono davvero guarito? Chi mi dice che il mio cervello non mi stia dando illusioni consolatorie?”

      “Tu non soffri affatto di percezioni illusorie e, come ti ho detto, le analisi mediche te lo proveranno: non solo sei guarito, ma hai le cellule ottime d’un ragazzino! La salute è il compenso anticipato per l’opera professionale che intendiamo chiederti. Quanto a noi, i purkilatronalarcolmintranikiani, siamo antropomorfi come voi, pur se… hm… con qualche differenza; e si può forse dire che siamo tanto terrestri come voi, quanto extraterrestri, perché il nostro pianeta Purkilatronalarcolmintranik, che per semplicità tu puoi chiamare Alterterra, è identico alla Terra, cioè ha gli stessi mari e continenti e la stessa vetustà geologica, ruota sul proprio asse in un giorno di pari durata del vostro e rivoluziona attorno a una stella identica al vostro Sole in 365 giorni e 6 ore; però i due pianeti esistono non sulla stessa stringa del creato ma sopra due, talmente vicine fra loro da essere pressoché coincidenti.”

      Malgrado una certa perplessità che ancor subiva, Osvaldo restò coinvolto e rispose a tono: “Ricordo una trasmissione televisiva dove si parlava di teoria supersimmetrica delle stringhe. Vi si diceva che certi astrofisici congetturano che tutto ciò ch’esiste sia espressione diretta d’una, non meglio definita, energia vibratoria, cioè suppongono vibrazioni di super sottili e super simmetriche stringhe o fili che, benché dotati di dimensione, sarebbero talmente fini e brevi che non si riuscirebbe a vederli nemmeno con strumenti miliardi di volte più potenti dei migliori. Avevo pensato a qualcosa come gli universi paralleli della fantascienza.”

      “Si può chiamarli così, volendo. Forse avevano anche detto che la teoria delle stringhe o fili richiede, per poter essere dimostrata, la congettura di almeno sei dimensioni oltre a quella del tempo e alle tre spaziali e, secondo alcuni vostri ricercatori, pure d’una settima dimensione...”

      “…sì, mi ricordo…”

      “…ma si tratta d’un numero enormemente più elevato. Comunque nessuno dei vostri studiosi, al momento, ha fornito prova delle multidimensioni, benché esse siano reali, come sto di fatto dimostrandoti con la mia inframmettenza interdimensionale.”

      Osvaldo aveva finalmente la sensazione di non esser vittima d’allucinazioni ma di muoversi nella realtà, fors’anche perché l’ipotesi d’essere guarito era troppo affascinante per negare senz’altro fiducia a quella voce misteriosa. Indirizzò verso il telefonino: “Mi hai detto che voi vorreste il mio aiuto. Ne sarei disposto, ma in che modo?”

      “Nel patrocinare una causa per noi presso…”

      “…stavo per cancellarmi dall’albo e ritirarmi in una casa di cura”, lo interruppe.

      “Lo sappiamo, prima di contattarti ci siamo ben informati su di te; però potresti rinunciarci, no? Dopotutto adesso sei sanissimo.”

      “Ecco… mah, supponiamo di sì; e di quale causa si tratterebbe? Sarebbe in sede civile o penale? Io sono civilista.”

      “Sappiamo anche questo. Il procedimento, come stavo per dirti, sarebbe presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia.”

      “Ah! effettivamente vi svolsi già diverse cause di diritto internazionale pubblico; ma, scusa, voi a che titolo sareste soggetti di diritto internazionale?”

      “Siamo uno Stato, lo Stato Unico di Krallumpntalvinstrinil, che si stende sull’intero nostro pianeta. Il processo sarebbe in sede civile, non penale; benché il vostro mondo ci consideri, del tutto ingiustamente, efferati criminali, non lo siamo e nemmeno abbiamo mai avuto denunce penali: è la voce popolare a colpevolizzarci da millenni, a causa di racconti prima orali e poi scritti e, più recentemente, di film, che hanno tutti alimentato la maligna voce che noi si faccia violenza a voi esseri umani, addirittura che amiamo mangiarvi, con predilezione per la carne tenera dei vostri bambini e ragazzini.”

      Sul volto d’Osvaldo apparve un’espressione di gran sconcerto.

      “Invece, proprio all’incontrario, la nostra specie è mite e la difesa dei deboli è per noi uno dei sommi precetti. Da sempre pratichiamo la carità verso ogni prossimo, come vuole il Creatore dell’esistente. Noi non abbiamo mai commesso quello che certi vostri testi sacri chiamano il peccato originale.”

      “Sareste angeli?”

      “No, io non sono un messaggero divino se non, forse, nel senso assai umile che, come i miei simili, testimonio con la mia vita la verità e la giustizia: vedrai, Osvaldo, che saprò dimostrarti con certezza che siamo creature benigne; ma intanto, rientra per favore nel tuo studio, e magari prénditi dietro il telefonino interdimensionale. Sulla tua scrivania è stato teletrasportato un computer portatile: è enormemente più potente e sofisticato dei vostri migliori notebook anche se di simile apparenza, s’apre come un computer terrestre e il collegamento è wireless, però interdimensionale. Quando l’aprirai, vi troverai ogni dato che ci riguarda, informazioni che ti serviranno per difendere la nostra causa: te ne illustrerò di preciso il funzionamento fra breve. Siamo certi che riuscirai a farci riconoscere dal tuo mondo come le persone giuste e miti che siamo, cancellando così le infamanti accuse che la tua specie ci lancia.” In tono enfatico la voce armoniosa soggiunse: “Osvaldo, difendendoci farai valere la verità! Proprio come il Creatore pretende da tutte le creature dotate di ragione.” Tornò all’intonazione pacata: “Qualora ti fosse utile, potremmo teletrasportarti anche i testi stampati dei file, ma sarebbero migliaia di volumi e non so se…”

      “…ma no, troppo ingombro! I file andranno benissimo”, rispose Osvaldo accogliendo implicitamente la proposta. Rientrò nel salone col telefonino rosso in mano e soggiunse: “Beh, non l’avevo ancor detto: accetto di rappresentarvi.”

      “Bene. Allora consideriamolo come contratto concluso; e adesso io, quale rappresentante legale della mia specie, posso finalmente mostrarmi e pure spiegarti bene di che si tratti; t’avverto però che ti potresti spaventare, ché per voi terrestri il nostro aspetto è mostruoso, come d’altronde lo è il vostro per noi, in verità, e… non sai quanto”: dal cellulare sortì una sorta di risatina divertita.

      Le labbra d’Osvaldo si tesero in un’espressione parimenti allegra. Disse curioso: “Forse siete di colore verdino? O grigio? Forse avete grandi occhi neri e…”

      “…capisco a chi ti riferisci: no, quegli altri figli del Creatore vivono su stringhe diverse dalla tua e dalla mia; e ai vostri occhi, non sono così mostruosi quanto noi. Adesso mi teletrasporto e mi vedrai; ma, mi raccomando, non spaventarti, l’apparenza inganna, come voi dite, il bene può apparire male come, al contrario, satana si traveste a volte da angelo di luce, come scriveva il vostro Paolo di Tarso nella sua neotestamentaria Seconda Lettera ai Corinzi: 'Questi tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo. Ciò non fa meraviglia, perché anche satana si maschera da angelo di luce. Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere'” Senza soluzione di continuità, a un quattro metri da Osvaldo l’autore della voce cominciò a comparire, diafano, poi semitrasparente e, alla fine, solida forma umanoide: i suoi occhi erano dotati di notevole bellezza, grandi e luminosi, ma l’allibito Osvaldo, cacciando un grido, notò solo il resto della sua figura, simile a quelle descritte da fiabe e racconti fantasy per rappresentare… gli orchi! L’alieno, alto più di due metri, aveva pelle paonazza butterata d’apparenza rettiliare, naso prognato, enorme bocca senza labbra, dieci brevi corna verdognole su tutta la fronte, testa calva, collo largo, organi dell'udito ampi attaccati in alto ai lati del cranio, simili in forma alle orecchie dell’elefante indiano, mani grandi, a cinque dita come le nostre, e piedi altrettanto grandi calzati