Cuori Infuriati. Amy Blankenship. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Amy Blankenship
Издательство: Tektime S.r.l.s.
Серия:
Жанр произведения: Современная зарубежная литература
Год издания: 0
isbn: 9788893987394
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all’orecchio: «Io avrò tutto di te.».

      Il suo respiro era così caldo sulla pelle ed era così piacevole. Kyoko chiuse gli occhi e sospirò.

      Un accenno di sorriso apparve sulle labbra di Kyou mentre la guardava chiudere gli occhi, ma il suo sorriso si spense quando sentì un odore che si stava avvicinando. La mise a sedere su una delle pietre circostanti e, senza aggiungere altro, la lasciò seduta lì frastornata, sapendo che Toya l’avrebbe trovata mentre lei era ancora lì a desiderare lui.

      Kyoko era ancora in stato confusionale quando Toya entrò nella radura. Emise un ringhio cupo mentre guardava le piume dorate che piovevano intorno a lei. Guardandola fissa, si avvicinò lentamente. Sembrava mezza addormentata. Toya restrinse lo sguardo verso il cielo in segno di avvertimento. Kyou stava giocando a un gioco pericoloso e a lui non piaceva.

      Sapeva che suo fratello si stava prendendo gioco di lui, apparendo e scomparendo a proprio piacimento. Capì che non era intimidito dalla sua vicinanza a Kyoko. Molto tempo prima, Tadamichi aveva cercato di convincere Hyakuhei a condividere la sacerdotessa e Toya sapeva che Kyou aveva la stessa intenzione, ma lui non voleva condividere Kyoko con lui né con nessun altro. E pensava che neanche Kyoko lo avrebbe voluto.

      «Io l’ho amata per primo.» confessò Toya a bassa voce, sapendo che lei non lo avrebbe sentito, in quel momento. «Kyou e i suoi maledetti incantesimi.». Allungò la mano per toccarle la guancia ma, prima di raggiungere il suo obiettivo, strinse il pugno e lo abbassò.

      Invece, afferrò lo zaino di Kyoko e la aiutò a scendere dalla roccia. Prendendola per mano, la condusse al campo senza dire una parola. Presto, pensò Toya, molto presto avrebbero dovuto parlare… e questa volta lei avrebbe ascoltato ogni sua maledetta parola.

      Capitolo 6 “Oltre la gelosia”

      Kyoko si sentiva ancora come se fosse in trance, ma i sentimenti che stava provando erano così belli che non le importava. Che cosa le aveva fatto Kyou? Era come se… poco a poco stesse pianificando qualcosa di molto più grande, la stesse preparando per qualcosa. Oppure la stava facendo eccitare.

      Kyoko si guardò la mano. Si tenevano per mano? Seguì il braccio con lo sguardo fino al volto di Toya. Toya le teneva la mano? Sorrise, poi pensò tra sé: “Quando è arrivato?”. Scuotendo la testa per eliminare ogni residuo di confusione, lo guardò disorientata. Il suo sguardo sembrava un po’ più tenero di prima… e anche più preoccupato.

      «Toya, che succede? Perché mi sento come se stessi uscendo da una nebbia fitta o qualcosa del genere?». Quando lui non rispose ritrasse la mano, costringendolo a lasciarla andare o a rispondere alla sua domanda.

      Dandole le spalle, lui le lasciò la mano e fece un altro passo, ma a quello successivo vacillò. «Kyoko, penso che dovremmo rimandare questa conversazione.». le disse senza voltarsi. Non se la sentiva di guardarla negli occhi in quel momento, visto il suo improvviso cambiamento di umore.

      Doveva parlarle di lui e del suo prepotente fratello ma, in quel momento, al culmine della gelosia, non era certo di potersi controllare. «Andiamo.» aggiunse, cercando di sembrare irritato con lei così non avrebbe insistito.

      Kyoko non voleva rinunciare così facilmente, dopotutto… si trattava di lei e aveva bisogno di risposte. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era rendersi di nuovo ridicola senza neanche saperlo. «Toya, perché Kyou mi insegue?».

      Parlava a bassa voce, ma le parole suonarono alle orecchie di Toya come una minaccia. Ringhiò silenziosamente al pensiero di Kyou che voleva Kyoko, e lei era lì che aspettava una risposta.

      Incapace di combattere il desiderio che pulsava sotto la propria pelle, Toya si voltò e la strinse in un caldo abbraccio… poi, altrettanto rapidamente, la lasciò andare, facendo un passo indietro e abbassando la testa sconfitta in silenzio.

      «Dobbiamo parlarne proprio adesso?» le chiese guardandola, per poi allontanare rapidamente gli occhi dal suo sguardo curioso.

      Kyoko sospirò, «Era quello che temevo, stupido. Non riesci più neanche a guardarmi negli occhi. Hai odiato così tanto quel bacio che adesso non vuoi avere niente a che fare con me, vero?». Strinse i pugni e alzò il mento in segno di sfida, «Beh, non m’importa cosa pensi di me. Solo perché non ti è piaciuto baciarmi, non significa che agli altri non piacerà.».

      Prima di rendersene conto, si ritrovò stretta tra le braccia di Toya, che le catturò possessivamente le labbra. Gli affondò le dita tra i capelli, nel tentativo di impedire alle proprie deboli ginocchia di cedere.

      Lui la voleva, in modo spaventoso a volte. Toya cercò di riprendere il controllo. Quando aveva detto che agli altri sarebbe piaciuto baciarla, gli era venuta voglia di farle dimenticare gli altri baci. Rilasciò le sue labbra, i loro sguardi s’incrociarono in una guerra silenziosa e un’ondata di possessività lo attraversò.

      «Kyoko, io adoro i tuoi baci.». Il suo sguardo cadde di nuovo sulle labbra rosa che aveva appena lasciato libere.

      Kyoko sentì il cuore correre verso Toya, lo desiderava. Non le importava, non avrebbe mai potuto continuare a essere arrabbiata con lui. Scrutò il suo sguardo dorato, vedendo le scintille d’argento lottare per il controllo, ma qualcosa interferiva con i suoi sensi… dicendole che non erano soli.

      Toya sentì Kyoko irrigidirsi e pensò che fosse perché le aveva detto che gli piacevano i suoi baci, finché non la vide girarsi e guardare dietro di lui. La lasciò andare e si voltò in fretta, non sapendo cosa aspettarsi.

      Le ombre nel buio presero forma con movimenti distorti. «Demoni-ombra? Qui?» sussurrò. Appena lui pronunciò quelle parole, le ombre cominciarono a dileguarsi, quasi sfidandolo a seguirle.

      «Torna al campo dagli altri, lì è più sicuro.» indicò in direzione del campo, poi sparì nella foresta per non perderle di vista. Ne sentiva solo due, ma non era comunque un buon segno che stessero spiando Kyoko. Si chiese se Hyakuhei fosse più vicino di quanto pensassero.

      Kyoko non aveva avuto il tempo di dire nulla prima che lui sparisse, così si diresse verso il campo, pensando che forse Toya non la voleva tra i piedi. Dopotutto, erano solo un paio di demoni-ombra e, in un numero così esiguo, erano praticamente innocui.

      «E va bene!» sbottò Kyoko in silenzio. «Va bene… la prossima volta che penserà di baciarmi, lo metto al tappeto.». Si stampò un sorriso sul viso mentre entrava nel campo.

      Kamui fu il primo a vedere Kyoko e si avvicinò rapidamente, stringendola in un caloroso abbraccio. «Guardate, ragazzi, Kyoko è tornata!». Le diede un bacio sulla guancia e le fece l’occhiolino.

      Suki sorrise, felice di vedere che era finalmente tornata, ma Shinbe restrinse lo sguardo per il bacio che Kamui le aveva appena dato. Che diavolo aveva nella testa quel ragazzo? Toya lo avrebbe ucciso.

      «Mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto, ma adesso sono tornata e sto bene quindi non preoccupatevi, okay? Ah, vi ho portato un po’ di cose buone.». Prese lo zaino e iniziò a rovistare, distribuendo a ciascuno le sue cose preferite.

      Erano tutti seduti lì sorridenti, a mangiare cose buone e a bere soda come se non gli importasse del mondo. Tutti tranne Shinbe, che guardava la foresta chiedendosi cosa ci fosse di così importante da portare Toya a lasciare Kyoko da sola.

*****

      Toya aveva seguito i due demoni-ombra, sapendo che lo stavano volutamente allontanando dagli altri. Non gli importava se era una trappola e sperava quasi che lo fosse… visto lo stato d’animo in cui era. Vedendo i demoni-ombra svanire nel terreno proprio di fronte a lui, ringhiò fermandosi di colpo.

      Prima che potesse fare qualsiasi cosa, il vento aumentò così tanto che poteva significare solo una cosa. Dietro quell’apparizione c’era Amni, il demone servitore di Hyakuhei, che aveva la capacità di usare la magia del vento. «Vieni fuori, bastardo.».

      Amni discese mentre i venti vorticavano intorno a lui e le correnti obbedivano al suo comando. Le sue labbra accennarono un sorriso, mentre i suoi lunghi capelli biondi ondeggiavano in aria quando il vento divenne meno impetuoso.

      «La sacerdotessa ti rende debole, guardiano.». Amni afferrò la sua spada del vento e si spostò