Kyoko gli si avvicinò e lo aiutò a bere, poi sorrise e disse: «Non l’ho più visto, dopo che gli ho lanciato l’incantesimo.». Sapeva che quelle parole gli avrebbero tirato su il morale.
Shinbe tossì, «L’incantesimo?», poi si portò una mano sul petto fasciato e gemette: «Ti prego, non farmi ridere. Fa male.».
Lei lo guardò con aria triste, «Mi dispiace tanto. Non potevamo portarti da un medico umano senza che… beh, lo sai. Il nonno ha cercato di ricucire le ferite meglio che poteva e sono guarite quasi tutte.».
Shinbe le fece l’occhiolino invece di annuire con la testa, «Sì, capisco. Grazie per esservi presi cura di me.». Poi la curiosità lo sopraffece, «Non sei andata a cercare Toya?».
Kyoko si alzò, voltandogli le spalle, e rispose: «No, sono rimasta qui ad aspettare che ti svegliassi.». Andò alla scrivania per prendere un’aspirina, poi si rese conto che non avrebbe fatto effetto su un guardiano. «Perché stavate litigando?» gli chiese, anche se non voleva sapere la risposta. Poi riprese l’aspirina, di certo non gli avrebbe fatto male.
«Per quanto tempo ho dormito?» chiese lui, cercando di ridurre il dolore al minimo. Aveva sentito la sua domanda ma… preferiva che la cosa rimanesse tra lui e Toya.
«Per diverse ore.» rispose Kyoko, facendogli prendere la pillola e aiutandolo a bere, «Prendi questa e bevi.».
Shinbe obbedì e pensò: “È rimasta al mio fianco per tutta la notte?”, e chiuse gli occhi per riflettere. Poi sentì la sua mano fresca sulla fronte e li riaprì.
Kyoko sorrise e disse: «Non riesco a credere che tu sia qui… nel mio mondo.», poi scrollò le spalle come se non fosse importante, e invece lo era. «Ok, adesso che so che stai bene penso che dovrei andare a dire agli altri che non torneremo per un po’. Tu riposati, sarò qui quando ti sveglierai.».
Shinbe la fissò sbalordito… si guardò intorno e finalmente capì… era nel suo mondo! Doveva aver battuto la testa molto forte per non essersene accorto prima.
Un attimo… aveva appena detto che sarebbe andata di là da sola? E se Toya le avesse impedito di tornare? E se le fosse successo qualcosa? Lui doveva continuare la caccia insieme agli altri, doveva stare lì per proteggerla da Hyakuhei.
Shinbe cercò di mettersi a sedere per dirglielo, ma il dolore lo fece ricadere all’indietro.
Kyoko si fermò e tornò indietro per controllarlo, «Per favore, non cercare di alzarti. Non sappiamo se le ferite interne sono già guarite e non vorrei che morissi dissanguato mentre io sono via.» disse quasi scherzando, ma c’era davvero il rischio di danni interni se non stava fermo.
«Ma non posso restare qui, non so nemmeno dove mi trovo.», stava iniziando ad andare nel panico al pensiero che se ne andasse. Kyoko doveva aver percepito la sua paura perché, mentre apriva la porta per andarsene, gli disse a bassa voce: «Non preoccuparti, Shinbe. Manderò il nonno a farti compagnia.», e chiuse la porta prima che lui avesse la possibilità di protestare.
Capitolo 6 “Malintesi”
Dopo aver detto al nonno che Shinbe era sveglio, Kyoko prese il suo zaino e lo riempì con tutte cose che i suoi amici avrebbero gradito. C’erano la carne essiccata per Toya, le barrette al cioccolato per Kamui e, naturalmente, i chewing-gum preferiti di tutti.
Poi prese anche un paio di bottiglie di soda e delle mandorle ricoperte di cioccolato per Suki e Sennin. Adesso si sentiva meglio sapendo che Shinbe sarebbe tornato presto. Ad ogni modo… avrebbe dovuto parlare con Toya della lite e del fatto che avesse rischiato di uccidere suo fratello. Poi si chiese come aveva fatto Shinbe ad attraversare il Cuore del Tempo. Il portale non l’avrebbe mai lasciato passare senza un motivo. «Forse era per interrompere la lotta.» borbottò sottovoce.
Poi infilò nello zaino anche le solite scorte, come bende, cerotti e aspirine. Guardandosi intorno nella cucina, si chiese se non fosse il caso di controllare Shinbe un’ultima volta, ma decise di non farlo. Era stato già abbastanza difficile andarsene. Le sembrava di vedere ancora il suo sguardo implorante, come se la stesse pregando di non andarsene, ma sarebbe stata via solo per alcune ore. Sarebbe stato bene con Tama e il nonno. Chiuse lo zaino e si diresse verso il tempietto.
Il gruppo aveva trascorso le ultime ore a cercare Shinbe. Non riuscivano a trovare le sue tracce, quindi non sapevano da dove cominciare. Non facevano che pensare al peggio, anche se non riuscivano a trovare le prove che fosse effettivamente successo qualcosa di brutto. Stavano letteralmente impazzendo per la preoccupazione. Come se non bastasse, Toya non era tornato all’accampamento, quella sera, e questo li aveva portati a pensare che fosse lui il responsabile della scomparsa di Shinbe. Suki ne era convinta.
In più, la lontananza di Kyoko faceva sembrare tutto ancora peggiore. «Se Toya torna, giuro che lo ammazzo con le mie mani.» singhiozzò Suki con le mani sul viso, mentre Sennin la confortava.
Kamui era seduto accanto a lei in silenzio mentre gli balenava nella mente l’immagine di Shinbe morto. Ma lui lo avrebbe saputo se suo fratello fosse morto… no? Lui e Kaen avevano capito che qualcosa non andava appena avevano messo piede nella radura… nell’area c’erano vibrazioni che emanavano rabbia e qualcos’altro che non erano riusciti ad identificare.
Un’altra prova era il fatto che alcuni massi attorno alla statua erano stati dissotterrati. E poi, dov’era Kyoko? Questo pensiero lo portò a chiedersi cosa fosse successo esattamente… anche lei era ferita? Non era ancora tornata e lui iniziava a preoccuparsi. Sospirò, sapendo che Kaen era ancora fuori a cercare Shinbe.
«Ehi, c’è nessuno?» disse Kyoko con voce allegra mentre apriva la porta della capanna. Notò subito l’aria afflitta di Suki e, poggiando lo zaino a terra, corse da lei. «Che succede?» le s’inginocchiò accanto, Suki non piangeva mai… era lei la piagnucolona del gruppo.
Suki tirò su con il naso e si asciugò gli occhi con il dorso della mano, poi cercò di parlare: «Oh, Kyoko.». Si voltò e singhiozzò di nuovo, incapace di confessare il proprio timore alla sua amica.
Sennin mise una mano sulla spalla di Kyoko e le chiese a bassa voce: «Possiamo parlare fuori?».
Lei lo guardò e si alzò lentamente, “Dev’essere successo qualcosa di grave.” pensò preoccupata, “È successo qualcosa a Toya, o hanno saputo qualcosa sulla scomparsa di Hikaru, il fratello di Suki?”. Kyoko aveva un brutto presentimento mentre seguiva Sennin fuori la capanna. «Che succede? Cosa c’è che non va?». Non aveva pensato neanche lontanamente che potessero preoccupati per Shinbe, credeva che Toya avesse detto a tutti dove si trovava.
Sennin si voltò di spalle, sapendo che stava per spezzarle il cuore… non ce la faceva. Scoprire che Toya aveva probabilmente ucciso Shinbe sarebbe stato tremendo per lei, perciò decise di dirle che era soltanto un loro timore.
«Kyoko, crediamo che Toya abbia fatto del male a Shinbe… non riusciamo a trovare nessuno dei due.», la sua voce sembrava ancora più stanca del solito e intrisa di tristezza e delusione. Si preparò a sentire la grida di dolore della sua giovane amica ma non fu così, quindi si voltò, e in quel momento la vide tornare di corsa nella capanna.
Kyoko si sedette a terra accanto a Suki e la abbracciò, «È tutto ok, Suki! Shinbe sta bene.». La strinse e aggiunse: «Non so come abbia fatto, ma ha attraversato il Cuore del Tempo insieme a Toya. È ferito, ma se la caverà.».
Suki smise di respirare per un momento, poi si scostò, si passò una mano sugli occhi e la guardò. «Shinbe… non è morto?» le chiese, continuando a fissarla.
Kyoko si accigliò: «No, ha diverse ferite, ma non è morto. Ero tornata per dirvi che si sta riprendendo.». Si chiese perché Toya non avesse detto loro che cos’era successo.
Kamui ascoltò le parole di Kyoko e ci pensò su… adesso capiva perché non riusciva a percepire Shinbe… non era nel loro mondo. Uscì per andare a cercare Kaen e dirgli che non c’era più bisogno di cercare. Sperava che Kotaro e Kyou arrivassero per aiutarli a trovare una soluzione a tutto quello che stava succedendo. Poi i suoi pensieri tornarono