“Mi farebbe piacere” rispose.
Una volta all’interno, vide che il camper sembrava ancora più spazioso di quanto apparisse dall’esterno. Aveva una zona cucina di notevoli dimensioni, dotata di fornello, e un letto sufficientemente grande da ospitare più di una persona: una coppia con un bambino o due, forse.
Ciò nonostante, quell’uomo sembrava viaggiare da solo. Brett immaginava che avrebbe finito per viziarsi tremendamente se avesse viaggiato con un camper del genere. Il suo veicolo non era molto equipaggiato; in sostanza, aveva solo un materasso.
Pete indicò una porta e disse: “Sei sulla strada da un po’ di tempo ormai. Forse vorresti usare il mio bagno.”
Brett soffocò un piccolo sussulto.
Un vero bagno!
Naturalmente, non poteva essere molto più grande di un ripostiglio. Ma, rispetto ai servizi igienici nei ristoranti, nelle stazioni di servizio e nelle strutture pubbliche nei campeggi, questo sarebbe stato un vero lusso.
“Grazie!” rispose.
La donna aprì la porta ed entrò nello stanzino. La porta sbatté chiudendosi alle sue spalle, e si ritrovò nella totale oscurità.
Strano, lei pensò.
Il bagno non aveva almeno una finestra?
Tastò intorno alla parete accanto alla porta, in cerca di un interruttore della luce, ma non riuscì a trovarlo. Ad ogni modo, doveva aspettarsi che ci fosse corrente elettrica finché il camper non fosse collegato appropriatamente ad una linea?
Si voltò per andarsene, ma si accorse che il chiavistello della porta non funzionava.
Dev’essere rotto.
Allora disse timidamente …
“Ehi, sono bloccata qui dentro.”
Non ci fu alcuna risposta.
Iniziando ad essere preoccupata, a quel punto, s’infilò una mano in tasca, prese il cellulare e attivò la torcia.
Quando il fascio di luce iniziò ad illuminare intorno, la paura si impadronì di lei.
Questo non era un bagno.
Forse lo era stato, una volta, ma ora era privo di tutti i soliti impianti.
Si trovava in un semplice spazio rettangolare, con pareti e soffitto ricoperti di piccole piastrelle quadrate con minuscoli forellini.
Piastrelle acustiche, comprese subito.
La stanza era insonorizzata?
La sua paura aumentò sempre di più.
Quando gli occhi si adeguarono all’ambiente, vide che le piastrelle erano bucate e graffiate.
Le pareti erano macchiate e schizzate di qualcosa di rosso.
Sangue!
Quando lei sentì il chiavistello della porta che iniziava a sferragliare, iniziò a gridare.
Ma sapeva che sarebbe stato inutile.
Quando la porta cominciò ad aprirsi, Brett Parma seppe che stava per morire.
CAPITOLO UNO
Un uomo gigantesco, quasi simile a un bue, si avvicinò al microfono e iniziò a parlare.
“Sono onorato di presentare …”
Improvvisamente la sua voce tonante fu interrotta da un rimbombo che riempì tutto l’enorme auditorium.
Il rumore, anche se di breve durata, quasi fece venire un colpo a Riley Sweeney, che, tuttavia, un paio di secondi dopo sogghignava nervosamente insieme al resto dei diplomati dell’Accademia dell’FBI. Si sapeva che il Direttore dell’FBI Bill Cormack aveva una voce profonda e tonante, che causava scompiglio negli impianti audio.
Sarebbe meglio se spegnesse il microfono, Riley pensò.
Con una voce tanto potente, senza dubbio l’uomo era in grado di farsi sentire da tutti i presenti senza molti problemi.
Invece, sorridendo con ironia, il Direttore Cormack riprese a parlare di nuovo al microfono, a tono molto più moderato questa volta.
“Sono onorato di presentare i diplomati di quest’anno dell’Accademia dell’FBI di Quantico. Congratulazioni a tutti voi per aver affrontato tutte le sfide delle ultime diciotto settimane.”
Riley rimase colpita da quelle parole.
Diciotto settimane!
Se solo avessi avuto diciotto settimane complete!
Aveva saltato quasi due settimane, trascorse ad inseguire un brutale killer, anziché a partecipare alle lezioni ed ai vari addestramenti alla base.
Il suo mentore, l’Agente Speciale Jake Crivaro, l’aveva strappata via dall’Accademia, senza molti complimenti, per farla lavorare ad un caso in West Virginia: si era trattato di un caso davvero orribile di un killer che uccideva le sue vittime, avvolgendole nel filo spinato.
Dopo quell’esperienza, recuperare il tempo perso all’Accademia era stato difficile. Aveva invidiato gli altri studenti, che avevano più tempo per un compito così impegnativo. Ma, alla fine, Riley sapeva che quel giorno non si sarebbero diplomati tutti i 200 studenti che avevano iniziato con lei: alcuni avevano fallito e altri avevano semplicemente gettato la spugna.
Riley era orgogliosa di essere riuscita ad ottenere il diploma, nonostante tutto; tornò a rivolgere la sua attenzione al discorso del Direttore Cormack.
“Ripenso con stupore al viaggio che io e molti altri agenti abbiamo fatto prima di voi, e a quello che state per intraprendere oggi. Posso dirvi, per esperienza personale, che è un viaggio profondamente gratificante, ma, talvolta, non si ottiene molta riconoscenza. Le vostre azioni altruiste non sempre saranno accolte pubblicamente con gratitudine.”
Si fermò per un istante, come se riflettesse sulle esperienze personali.
Poi riprese: “Ricordate che ben poche persone, al di fuori del Bureau, hanno idea delle vostre importantissime responsabilità. Sarete criticati per come svolgerete il vostro lavoro; ogni vostro errore sarà soggetto ad un’analisi spietata, spesso sotto lo sguardo dei media. Quando non riuscirete a risolvere un caso, vi sembrerà di essere messi all’indice da tutto il mondo. Quando invece avrete successo, spesso vi sentirete trascurati e sottovalutati.”
Si protese appena in avanti, aggiungendo quasi in un sussurro …
“Ma ricordate sempre, non sarete soli. Ora siete parte di una famiglia, la famiglia più orgogliosa, leale e rassicurante che possiate immaginare. Ci sarà sempre qualcuno qui a confortarvi nella sconfitta e a celebrare con voi in caso di trionfo.”
Riley sentì formarsi un nodo in gola al semplice suono di quella parola …
Famiglia.
Di fatto non ne aveva più avuta una, dal momento in cui sua madre era stata uccisa proprio davanti ai suoi occhi, quando era ancora una bambina. Suo padre era vivo, già, un ex-Marine inasprito e solitario, che viveva sugli Appalachi. Ma non lo aveva visto da …
Quando?
L’ultima volta era stato prima di laurearsi, al college, nell’autunno precedente, ricordò. E quell’incontro non era stato affatto piacevole. In realtà, con ogni probabilità, suo padre non sapeva quasi nulla di quello che lei aveva fatto da allora, in quei mesi. Gliene avrebbe mai parlato? Si chiese, incerta anche sulla sola prospettiva di rivederlo.
E, ora, il Direttore Cormack le stava offrendo la promessa di qualcosa che aveva sognato, ma non aveva mai avuto.
Famiglia!
Era davvero possibile?
Si sarebbe