E una piccola parte di Mackenzie non poté fare a meno di chiedersi se Colby, avendo deciso di andarsene, non fosse stata la più furba tra le due.
Sarebbe rimasta relegata a quella scrivania per anni?
***
Mackenzie si presentò il giorno seguente decisa a passare una bella giornata. Il giorno prima aveva fatto ottimi progressi sul suo caso e sentiva che se fosse riuscita ad ottenere risultati rapidi ed efficienti, McGrath se ne sarebbe accorto.
Subito scoprì che le era stato appioppato un caso diverso. Stavolta riguardava una frode sui permessi di soggiorno. Gli allegati delle e-mail contenevano più di trecento pagine di testimonianze, documenti governativi e gergo legale come risorsa. Sembrava incredibilmente noioso.
Furente di rabbia, Mackenzie guardò il telefono. Aveva accesso ai server, il che significava che poteva ottenere il numero di McGrath. Si domandò come avrebbe reagito se lo avesse chiamato per chiedergli il motivo di quella punizione.
Invece si dissuase dal farlo e procedette a stampare tutte le pagine degli allegati e suddividere i fogli in varie pile sulla scrivania.
Dopo venti minuti di quell’attività soporifera, udì qualcuno bussare all’ingresso della sua postazione. Quando si voltò e vide McGrath in piedi sulla soglia, rimase di stucco per un attimo.
McGrath le sorrise allo stesso modo che aveva fatto durante la cerimonia del diploma. Qualcosa in quel sorriso le diceva che davvero lui non avesse idea che lei si potesse sentire umiliata bloccata dietro una scrivania.
“Mi dispiace di averci messo così tanto a contattarla” disse McGrath. “Sono passato per vedere come se la cava.”
Lei trattenne la sfilza di risposte che aveva in mente. Fece una scrollata di spalle incerta e disse: “Bene, solo che... be’, sono un po’ confusa.”
“Come mai?”
“Be’, in più di un’occasione mi aveva detto di non vedere l’ora che diventassi un’agente attiva. Non credevo che questo implicasse starmene seduta ad una scrivania a stampare documenti sui permessi di soggiorno.”
“Oh, lo so, lo so. Ma si fidi di me, c’è una valida ragione per tutto questo. Si limiti a procedere con la testa bassa. Arriverà il suo momento, White.”
Nella mente sentì ancora la voce di Ellington. Quell’uomo sa come impiegare al meglio i nuovi agenti.
Se lo dici tu, pensò.
“Ci metteremo in contatto con lei presto” disse McGrath. “Fino ad allora, abbi cura di sé.”
Come Hasbrook il giorno prima, anche McGrath pareva avere una gran fretta di allontanarsi da quelle postazioni. Lo osservò allontanarsi, domandandosi che genere di lezione o abilità si aspettava che lei imparasse. Odiava credere di sapere tutto, ma Dio...
Quello che Ellington aveva detto di McGrath... davvero doveva crederci? A proposito di Ellington, si chiese se lui sapesse a cosa stava lavorando. Poi pensò a Harry, sentendosi in colpa per non averlo chiamato negli ultimi giorni. Harry se n’era rimasto in silenzio perché sapeva che lei non amava le pressioni. Era uno dei motivi per cui continuava a uscire con lui. Nessun uomo prima era mai stato tanto paziente con lei. Persino Zack era arrivato al limite e l’unica ragione per cui erano durati così a lungo come coppia era perché ormai erano abituati l’uno all’altra e non volevano affrontare la seccatura del cambiamento.
Mackenzie terminò di impilare i fogli a mezzogiorno. Prima di immergersi in quel mare caotico di moduli e appunti, pensò di andare a pranzare e prendersi una bella tazzona di caffè.
Attraversò il corridoio per andare all’ascensore. Quando l’ascensore arrivò e le porte si aprirono, si stupì di vedere Bryers. Anche lui pareva sorpreso di vederla, ma le rivolse un gran sorriso.
“Che ci fai qui?” gli domandò.
“In realtà stavo venendo a trovarti. Ho pensato che ti andasse di andare a mangiare qualcosa.”
“Proprio quello che stavo per fare. Perfetto.”
Scesero insieme con l’ascensore e si sedettero al tavolo di una piccola rosticceria un isolato più avanti. Mentre si accomodavano con i sandwich, Bryers le rivolse una domanda impegnativa.
“Come vanno le cose?” chiese.
“Be’... vanno. Sono bloccata dietro una scrivania, intrappolata in un cubicolo a leggere infinite scartoffie. Non è esattamente quello che avevo in mente.”
“Se a dirlo fosse un qualunque altro nuovo agente, potrebbe suonare presuntuoso” disse Bryers. “Invece si dà il caso che sia d’accordo con te. Sei sprecata. Ed ecco perché sono qui: sono venuto a salvarti.”
Lei lo guardò, pensierosa.
“In che modo?”
“Con un altro caso” rispose Bryers. “Naturalmente capirò se preferirai restare sul tuo attuale caso a studiare frodi sull’immigrazione. Tuttavia, credo di avere qualcosa che si addice di più ai tuoi interessi.”
Mackenzie sentì il cuore accelerare.
“Riusciresti a togliermi dal mio caso così facilmente?” gli chiese sospettosa.
“Certo che posso. Al contrario dell’altra volta, adesso hai il pieno appoggio di tutti. McGrath mi ha chiamato mezz’ora fa. Non è esattamente entusiasta all’idea che tu ti butti subito in azione, ma io ho insistito.”
“Sul serio?” chiese lei, sentendosi sollevata e, proprio come aveva detto Bryers, un po’ presuntuosa.
“Se vuoi posso mostrarti il mio registro delle chiamate. Voleva telefonarti per dirtelo di persona, ma gli ho chiesto come favore di lasciare che fossi io a comunicartelo. Credo che sapesse già da ieri che saresti stata coinvolta, ma volevamo essere certi di avere un caso solido.”
“E lo avete?” gli chiese. L’eccitazione iniziò a crescerle dentro.
“Sì. Abbiamo rinvenuto un cadavere in un parco a Strasburg, in Virginia. Somiglia molto ad un cadavere che abbiamo trovato nella stessa zona circa due anni fa.”
“E credi che le due morti siano collegate?”
Lui ignorò la domanda e addentò il sandwich.
“Te ne parlerò per strada. Per ora mangiamo. Goditi questo silenzio finché puoi.”
Lei annuì e piluccò il sandwich, anche se improvvisamente non aveva più tanta fame.
Provava eccitazione, ma anche terrore e tristezza. Qualcuno era stato assassinato.
E sarebbe toccato a lei sistemare le cose.
CAPITOLO QUATTRO
Lasciarono Quantico subito dopo pranzo. Mentre Bryers guidava, diretto a sud-ovest, Mackenzie sentì di stare scampando alla noia, solo per essere portata dritta verso il pericolo.
“Allora, cosa puoi dirmi di questo caso?” chiese infine.
“Un corpo è stato rinvenuto a Strasburg, in Virginia. Il cadavere era in un parco statale, in condizioni molto simili a quelle del corpo scoperto più o meno nella stessa zona circa due anni fa.”
“Credi che i casi siano collegati?”
“Dev’essere così, se vuoi la mia opinione. Stessa zona, stessa brutalità. Se vuoi darci un’occhiata, i dossier sono nella mia cartellina, sul sedile posteriore.”
Mackenzie si allungò verso il sedile posteriore e recuperò la cartellina a soffietto che Bryers aveva sempre con sé quando c’erano delle indagini da svolgere. Ne estrasse un fascicolo, facendo intanto altre domande.
“Quando è stato scoperto il secondo cadavere?” chiese.
“Domenica.