Mi pulii meglio le mani e mi sistemai il grembiule, dovendo presentarmi a gente vestita in modo davvero elegante; ma continuai a rimanere nel panico, nel timore di quello che avrebbero potuto dirmi.
Ed invece si presentarono con cordialità, alzandosi in piedi e stringendomi la mano.
“ Ci tenevamo a farle i nostri complimenti. Perché, almeno a me, in tutta la mia carriera lavorativa non mi era mai capitato di mangiare così bene in una mensa aziendale. Anzi, se proprio devo essere sincero, in vita mia ricordo di aver mangiato così squisitamente ben poche volte, da contarsi forse sulle dita di una mano, e solo in qualche ristorante di altissimo livello.”
Tommaso si risvegliò di buon umore ed un po’ eccitato, e con un certo languorino allo stomaco.
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Col passare del tempo, sebbene non fosse una persona di carattere particolarmente espansivo né portato a confidarsi con gli sconosciuti, Tommaso cominciò dapprima ad assuefarsi ai volti ed alle voci di molti dei commensali abituali, e poi anche a scambiare con alcuni di loro battute di scarso interesse e significato, ed a volte anche qualche sorriso. E imparò anche qualche metodo efficace per tenere e mosche lontano dai piatti.
Come una mosca fastidiosa, una persona con una telecamerina tra le mani si aggirava senza sosta attorno a lui, osservandone con impertinenza dettagli anche insignificanti ed a volte soffermandosi più a lungo, senza nessuna ragione apparente, su alcuni di essi.
Nel suo grembiule bianco, in compagnia del suo aiutante Gianni, Tommaso si trovava nello studio televisivo per la registrazione di una puntata di “Ricette d’Italia”. Erano la squadra della melanzana, e si apprestavano a sfidare la squadra della carota, composta da un noto chef di fama internazionale in compagnia di un’avvenente brunetta tutto pepe. Al centro, la bellissima presentatrice Donna Hally, che parlava di fronte ad una grande e strana macchina da presa posizionata al centro dell’ampio locale. Lei iniziò con la sua voce dolce e suadente:
“ Conoscete le regole: avete a disposizione esattamente gli stessi ingredienti, che stamattina ho comprato io stessa al supermercato del nostro sponsor “Superspesa”. Avete due ore di tempo a disposizione per le vostre magie. Ci rivedremo qui all’ora di pranzo con i nostri ospiti e giudici, con cui ci intratterremo in queste due ore su diversi importanti argomenti di attualità. Pranzeremo, e mi ci metto anch’io, coi piatti da voi cucinati. Ogni giudice assaggerà sei portate, tre di una squadra e tre di un’altra, ignorando completamente chi le abbia preparate e dando a ciascuna un voto. E adesso via, e che vinca il migliore!”
Tommaso, fin lì emozionato ed anche un po’ agitato per la vicinanza della bellissima presentatrice, si sentì più rilassato rimanendo in compagnia soltanto dei suoi ingredienti, delle sue padelle, dei suoi fornelli e del suo fidato Gianni. E a quel punto iniziò la parte più bella del suo sogno.
Si tirò su le maniche, si sistemò il grembiule ed il cappello da cuoco con cui era stato equipaggiato e predispose opportunamente il ripiano di lavoro. A portata di mano coltelli, cucchiai e forchette di varie fogge e dimensioni, olio aceto sale e pepe; per tutto il resto una rapida occhiata per capire dove trovarli all’evenienza. Gli sembrava ci fosse tutto, una cucina davvero da professionista.
Aprì l’ampio e ben fornito frigorifero, e ne estrasse di volta in volta, a seconda di quello che richiedevano le preparazioni, innumerevoli tesori della cucina italiana: scaglie di parmigiano, bresaola, rughetta, lardo di colonnata, pasta fatta in casa, fontina e burrata. E poi pesci di varie forme e dimensioni, gamberi, un’aragosta e pesino un’anguilla. E dalla dispensa funghi porcini, noce moscata, peperoncino in pezzi e in polvere, e tutte le verdure e le spezie occorrenti di volta in volta alla bisogna. E cominciò a preparare con fantasia, a partire dai soffritti e dagli intingoli, e ad assaggiare ora qua ed ora là come il famoso cuoco pasticcione della canzoncina, e dopo essersi leccato le dita proseguiva aggiungendo un altro ingrediente, oppure passando il tutto al fidato Gianni per impiattare.
Si sentiva beato in mezzo a quel buon cibo, tenendo d’occhio pentole borbottanti e padelle sfrigolanti, sorvegliando con occhio vigile la cottura su più fuochi, assaggiando ed annusando qua e là mentre le inebrianti esalazioni saturavano il locale e riempivano l’animo di desiderio e di voluttuoso appetito. In sottofondo scorrevano le chiacchiere degli ospiti, in cui non di rado riconosceva qualche suo amico o conoscente, e la bellissima voce di Donna Hally.
Quanto durò quella apparentemente interminabile beatitudine culinaria Tommaso non avrebbe saputo dirlo, ma evidentemente furono solo due ore, perché così asserì la bella Donna quando venne di persona a chiudere i giochi ed a spegnere i fornelli.
“ Adesso dobbiamo spegnere e lasciare tutto, è finito il tempo”.
“ Ma questi devono ultimare la cottura”, obiettò dispiaciuto ed imbarazzato Tommaso.
“ Hai fatto, come il tuo concorrente, un lavoro sicuramente egregio, perché tutte le portate hanno ricevuto ottimi voti. Adesso bisogna solo aspettare tutti insieme il verdetto del totalizzatore”, aggiunse la Hally col suo sorriso sempre radioso.
Si portarono al centro dello studio, proprio davanti alla grande telecamera, e dandosi le mani formarono una specie di piccola catena umana, come i pugili e l’arbitro al centro del ring in attesa del verdetto. Tommaso stringeva la mano di Gianni da una parte, e della Hally dall’altra.
“ E il vincitore è … Tommaso!”
Tommaso fu inondato di luce, mentre la Hally gli sollevava il braccio.
“ E bravo il nostro Tommaso, cuoco fatto da solo e venuto dal nulla. Pensate che lavora in una mensa aziendale. Complimenti!”
Gli diede due baci sulle guance, e poi … anche uno sulla bocca!
E Tommaso, per la grande emozione, si svegliò.
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Insomma, Tommaso col nuovo lavoro cominciava ad ambientarsi e non si trovava poi così male. Però sentiva una insoddisfazione di fondo, perché pensava che stare ai fornelli gli sarebbe piaciuto di più, e meditò che appena possibile si sarebbe messo di nuovo alla ricerca di un altro posto di lavoro, stavolta come cuoco.
“Buonasera a tutti, signore e signori. Sono Donna Hally e stasera sono qui con voi in compagnia di Tommaso, il vincitore dell'ultima edizione di “Ricette d'Italia”. Competizione di cui, per inciso, Tommaso è stato anche il più giovane concorrente. Come ti senti, dopo questa vittoria?”
“Sono contento, molto contento”, rispose lui un po' impacciato anche per una luce calda ed accecante che gli venne sparata sul viso, ed a cui a poco a poco riuscì ad adattarsi.
“Ma dimmi, come mai hai scelto di fare della cucina l'amore della tua vita?”
Tommaso non voleva rispondere con la banale verità: me lo hanno consigliato, mi piace mangiare bene, mio padre sosteneva che non avrei saputo far bene niente altro nella mia vita. Allora gli tornarono in mente alcune frasi che aveva studiato a scuola e che gli erano rimaste impresse, e cominciò a sciorinarle come se fossero idee sue [1] :
“Perché il piacere di mangiare è il solo che, se non si esagera, non stanca mai, a nessuna età, in ogni tempo e condizione. E tante volte riesce a consolarci della mancanza di tanti altri piaceri. E poi tutti abbiamo la fortuna di provare questa piacevole necessità anche più volte al giorno per tutta la vita. Quale altra attività potrebbe eguagliarla?”
“Bene, bravo. Bellissime parole”, rispose lei. E Tommaso provò la stessa orgogliosa soddisfazione di quell'unica volta in cui a scuola aveva preso un bel voto all'interrogazione.
“E pensate che questo ragazzo non fa neanche il cuoco di professione, ma lavora come inserviente in una mensa aziendale. E adesso