Marchesini (Luigi), il più celebre de' cantanti ed eunuchi d'Italia sul finire del p. p. secolo, nacque in Milano circa 1755. Egli aveva appreso sin da ragazzo a suonare il corno di caccia e i principj della musica da suo padre sonatore di quest'istromento in quella città: ma come mostrava delle gran disposizioni per il canto, alcuni intendenti gli consigliarono di coltivarle, per il che fuggito dalla sua casa, portossi a Bergamo e quivi di nascosto fecesi eunuco. Si pose quindi sotto la direzione di Fioroni, del soprano Caironi e del tenore Albuzzi, e nel 1775, racconta Burney di averlo inteso in una chiesa di Milano, benchè assicuri di non aver in lui trovato de' talenti straordinarj. Ma dopo due anni fecesi nel suo canto un notabile cambiamento, egli cantò da prima donna in luogo della Ristorini moglie del maestro Gazzaniga, quindi da prim'uomo in Firenze nel Castore e Polluce di Bianchi, e nell'Achille in Sciro di Sarti. Il rondò Mia speranza, io pur vorrei di quest'opera assicurò per sempre la sua riputazione. Nel 1780, cantò in Milano nell'Armida di Misliwechek, ma la più parte di questa musica non essendo incontrata nel pubblico, Marchesini vi sostituì quel rondò di Sarti, che tanto successo avevagli procurato in Firenze, ed un'arietta di Bianchi Se piangi e peni. Questi due pezzi uniti ad un'aria di bravura di Misliwechek nella quale sorpassò se medesimo, portarono al più alto grado l'ammirazione de' Milanesi. L'accademia, per dimostrargli la sua soddisfazione, fè battere in suo onore una medaglia d'argento: in Pisa fu impressa in rame la sua effigie, e tutto il mondo provossi ad imitare l'arte o la magia, ch'egli aveva saputo adoperare in que' pezzi. Nel 1782, il re di Sardegna lo chiamò in Torino, per cantar nel teatro durante il soggiorno del gran-duca delle Russie, coll'onorario di mille ducati. Il gran-duca rimase così incantato della sua voce, che gli offrì cinque mila ducati, se voleva venire in Moscovia. Cantò allora anche in un concerto alla corte il suo favorito rondò con tale artificio, che il re mostrogli il suo gran piacere con battergli la spalla e l'indomani nominollo suo musico di corte, col trattamento di 1172 ducati, e 'l permesso di viaggiare per nove mesi dell'anno. Nel carnovale del 1783 cantò in Roma con mille ducati d'appuntamento, quindi in Lucca e in Firenze. Nel 1785 fè sentirsi in Vienna, alla corte dell'imperatore, e vi fu generalmente ammirato: questo principe fè pagargli la somma di 600 ducati per sei rappresentazioni. L'anno d'appresso, trovossi con Sarti e la Todi in Pietroburgo, ove rappresentossi l'Armida di quel maestro. I regali, che questi tre virtuosi ebbero allora, si valutarono a 15 mila rubbli. Marchesini ebbe in oltre una scatola d'oro. Nel 1787 cantò in Berlino, e l'anno dopo in Londra, e nel 1790 era già di ritorno in Italia. Egli si è stabilito in Milano, ove gode della stima generale.
Marchetto da Padova, celebre commentator di Francone, ed il primo fra gli autori che abbia trattato de' generi cromatico ed enarmonico; abbiamo in oltre di lui Lucidarium in arte musicæ planæ, inchoatum Cesenæ, perfectum Veronæ an. 1274; e Pomarium in arte musicæ mensuratæ, dedicato a Roberto re di Napoli, e non a Carlo re di Sicilia circa 1283, come pretende il D. Burney. Noi crediamo rapportarcene piuttosto all'ab. Gerbert, a cui deesi la pubblicazione di queste due opere di Marchetto, ritratte dalla Bibliot. del Vaticano (V. Script. Eccles. de music. t. III). Son questi i più antichi trattati, dove si faccia menzione de' diesis, di contrappunto cromatico e di dissonanze. Tra le combinazioni armoniche proposte dal Marchetto, molte sono anche in uso oggidì, altre si sono abolite.
Marcou (Pietro), professore di musica attualmente a Bourges, nel 1804 pubblicò in Parigi, Manuel du jeune musicien, ou élémens théoriques-pratiques de musique, nuova edizione accresciuta di un saggio storico sulla musica in generale.
Marenzio (Luca), cel. compositore di Madrigali, di mottetti e di musica di chiesa nel sec. 17º, era maestro della cappella Sistina in Roma, dove diligentemente conservansi tutte le sue opere. Walther rapporta il catalogo delle medesime.
Marescalchi (Luigi), mercante di musica in Napoli, e compositore, studiò il contrappunto sotto il P. Martini a Bologna, la sua musica sì vocale che strumentale è stata in qualche pregio. Nel 1780 trovandosi in Firenze compose il ballo di Meleagro per il nuovo teatro, che si apriva allora. Nel 1784 diè in Piacenza la musica dei Disertori felici, che ebbe molto incontro. Vi sono anche di lui impressi a Parigi 4 quartetti di Violini, violoncello e basso, e in Venezia il Duetto Sventurato a chi fin'ora ec. Deesi avvertire che per una soverchieria da mercante di musica, cioè dell'autore medesimo, l'opera VII di Boccherini, consistente di trio per 2 viol. e basso impresso, effettivamente è di Marescalchi; la vera op. VII di Boccherini è composta di 6 sonate di violino.
Maret (Hugues), professore di medicina, e secretario perpetuo dell'accademia di Dijon, nel 1766 pubblicò un Eloge historique de Rameau, in 8vo, pieno di dettagli interessanti sulla musica.
Mariani, “dottissimo maestro di cappella del Duomo di Savona verso il 1782, aveva travagliato ad un'opera classica sulla melodia, in cui cercava di fissare i generi diversi della medesima. Assegnava