“Accidenti, qualcuno è di cattivo umore, stasera.” Gill era intendo a mescolare quello che sembrava un grosso vaso di chili.
“È colpa di Casey. Mi sta facendo impazzire.” Hal afferrò la birra e si sedette su uno degli sgabelli davanti all’isola della cucina. Scosse la testa, bevendo una lunga sorsata.
“Non prendertela con me, solo perché ti fai qualche scrupolo ad uscire con un uomo di chiesa.” Gill aprì la birra e appoggiò gli avambracci sull’isola. “So che hai qualcosa contro la religione, ma cosa c’entra con il fatto di uscire e avere un po’ fortuna?”
“Lui è un reverendo. Pensi che si accontenterebbe di una veloce scopata, una volta o due? È il tipo di uomo che si aspetta fedeltà e un lieto fine.” Hal si passò le dita tra i corti capelli castani. “Io non faccio queste cose.”
“Hai già tradito qualcuno?” chiese Gill, con un tono scioccato.
“Beh, no, ma non significa che non vorrò farlo, in futuro. Inoltre, di cosa potremmo parlare? Come si fa a tenere l’argomento della fede fuori da una conversazione con un sacerdote?”
“Tu, amico mio, sei un enigma,” ridacchiò Gill. Strappò un tovagliolo di carta dal rotolo e si asciugò la lucida testa calva.
Hal guardò il suo amico, cercando di capire come mai non ci fosse alcuna evidente attrazione tra loro due. Gill era un uomo incredibilmente affascinante. Hal non trovava ogni giorno qualcuno più alto di sé, ma Gill lo batteva di almeno dieci centimetri.
“Cosa?” chiese Gill.
“Perché noi due non ci siamo mai agganciati?”
“Uhm… perché siamo amici ed abbiamo entrambi già messo gli occhi su qualcun altro. Inoltre, penso che a te piaccia essere il migliore e, dannazione, non permetterò mai che qualcuno stia sopra di me.” Gill fece l’occhiolino ad Hal e ricominciò a mescolare il chili.
Hal sorrise al pensiero di qualcuno che cercasse di mettersi sopra la versione scura di Mr Pulito. Bastò il pensiero di fare sesso con Casey, perché il pisello di Hal diventasse di nuovo duro all’istante. “Grazie,” disse alla schiena di Gill. “Ero sicuro che sarei riuscito a passare questa serata senza un’erezione perpetua.”
Gill si voltò e alzò le mani. “Non guardare me, amico. In effetti, falla finita. Vai in bagno e prenditi cura di lui, o qualcosa di simile. Che io sia dannato, se me ne starò qui a guardare questa partita tra te e il suo salsicciotto.”
“Non credo che sarà necessario. Cercherò di controllarmi, in presenza di quel tuo grande e magnifico corpo,” scherzò Hal.
“Oh, adesso stai cercando una batosta. Alza il culo e prepara la tavola. Sarebbe bello se mi invitassi in quella casa della quale vai così fiero, una volta tanto. Ma no, devi sempre venire qui a mangiare tutto il mio cibo.”
Ridendo, Hal tirò fuori delle grosse ciotole e le posate. “Dimmelo di nuovo, perché siamo amici?”
“Perché nessun altro riesce a sopportare il tuo culo bianco.” Gill si tolse lo strofinaccio dalla spalla e colpì le chiappe di Hall.
“Per tua informazione, ti ho invitato, ma tu ti lamenti sempre che è troppo lontano per venire in macchina. Inoltre, non so affatto cucinare come te.” Hal tirò fuori il formaggio, la salsa piccante e l’aceto, e li mise sul tavolo. “Tortillas?”
“Già, non sai cos’è una tortilla?” chiese Gill come se fosse pazzo.
Alzando gli occhi al cielo, Hal porse a Gill la ciotola da riempire. “Gallette, salatini, sai, quelle piccole cose quadrate e salate che metti nel chili.”
“Oh, sono in dispensa, sulla mensola più in basso.”
“Sai, un giorno qualcuno ti sentirà parlarmi in quel modo e giungerà alla conclusione che non ti piaccio molto.” Hal prese la ciotola, prima di porgerne un’altra a Gill.
Gill lo sorprese chinandosi in avanti e baciandolo sulla fronte. “Avrebbero torto. E ora, mangiamo.”
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