A ve vo notato che il suo coll are era un’alta gorgiera bitorzoluta le cui protuberanze, verosimilmente metalliche, riflette vano le luci dei lampioni della piazza; e m ’era balzata in mente l’idea che qualcuno, come in certi film gialli vagamente fantascientifici di moda in quegli anni , gli avesse inviato un ordine via etere indirizzandolo a quel bernoccolut o , luccicante collare .
Le persone che stavano camminando dietro all’uomo e altre più lontane e ra no accors e al la salma accasciata s ul selciato , attorniandol a e togliendocene la vista .
Va da sé che n essuno aveva osato bloccar e il cane in allontanamento.
Ada m’aveva detto : “ C erca di capire se quel disgraziato sia una personalità e, insomma, di saper ne il più possibile . P rima di tornar ten e in redazione , telefona ci se hai notizie rilevanti . I o seguo il cane ”
Ero sceso svelto e l a sua 500 era ripartita dietro a l la bestia ch e intanto, giunta a fine piazza davanti alla chiesa di San Lorenzo, a veva svoltato a destra entrando nel l’ampi a cort e pedonale antistante l’ex Palazzo Reale dei Savoi a , divisa dalla piazza da una cancellata, con un passaggio al centro volutamente non largo abbastanza per consenti re il passaggio d’un’auto .
Ada, non avendo potuto entrar e motorizzata nel patio , aveva seguito la bestia cogli occhi . M ’avrebbe informato che , al fondo della corte, l’animale aveva girato a sinistr a ed era sparit o nel passo che la unisce al la piaz za San Giovanni antistante l’omonimo duomo .
U na notizia adesso c’era.
Avevo visto che l ’ auto dell a collega aveva ripreso la marcia verso via Garibaldi. Chiaramente