Dalla penna dell'autrice esordiente Fiona Grace, arriva la serie di GIALLI INTIMI E LEGGERI DI LACEY DOYLE, che include ASSASSINIO IN VILLA (Libro #1), UNA MORTE E UN CANE (Libro #2), I CINQUE DEL SALOTTO (Libro #3), UNA VISITA PREOCCUPANTE (Libro #4), e UCCISO CON UN BACIO (Libro #5). Fiona Grace è anche l'autrice della serie di GIALLI INTIMI E LEGGERI TRA I VIGNETI DELLA TOSCANA.
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INVECCHIATO PER UN OMICIDIO (Libro #1)
BARRICATO PER LA MORTE (Libro #2)
AFFINATO PER IL CAOS (Libro #3)
ASSASSINIO IN VILLA (Libro #1)
UNA MORTE E UN CANE (Libro #2)
I CINQUE DEL SALOTTO (Libro #3)
UNA VISITA PREOCCUPANTE (Libro #4)
CAPITOLO UNO
“Come sta andando lassù?” chiese Lacey frettolosamente, sbirciando oltre i piedi di Gina, lungo i pioli della scala di metallo.
Le due donne erano nel negozio di antiquariato di Lacey e stavano disponendo un mucchio di orribili marionette che Gina aveva trovato in magazzino e che aveva insistito che sarebbero andate ‘vendute come dolci’. E nonostante fosse una ventina d’anni più vecchia di Lacey, Gina si era anche presa la briga di arrampicarsi sulla scala per andarle ad appendere tra le travi del soffitto.
“Ho addosso sessantacinque anni di giovinezza, signorinella,” disse a Lacey, che era rimasta di sotto, impossibilitata a fare qualsiasi cosa se non tenerle la scala ferma. “Non sono ancora una fragile vecchietta.”
Improvvisamente, un’inquietante marionetta di legno dondolò verso il basso, facendo sobbalzare Lacey. Aveva le sembianze di un uomo grottesco con il naso adunco e un cappello da giullare, e ora penzolava sopra alla sua testa con il suo sorriso malvagio. Lacey rabbrividì, mettendo mentalmente in questione la capacità di giudizio di Gina. Chi mai sulla faccia della terra avrebbe voluto comprare una cosa di così sgradevole aspetto?
“Allora?” chiese la voce emozionata di Gina dall’alto della scala. “Non hai ancora scoperto dove ti porterà Tom per la vostra fuga romantica?”
Le guance di Lacey si imporporarono quando sentì nominare il suo innamorato. Tom aveva recentemente annunciato che l’avrebbe portata a fare una vacanza romantica, e le stava mandando degli indizi fotografici ogni giorno per aiutarla a indovinare dove. L’ultima foto era stata quella di una scoscesa scogliera bianca con alle spalle un meraviglioso cielo blu.
“Da qualche parte vicino al mare,” rispose Lacey sognante.
Ovunque fosse, sembrava assolutamente idilliaco. Ma per quanto le importava, poteva anche essere il posto più desolato sulla faccia della terra: lei avrebbe comunque accettato con gioia quella pausa. Dire che si meritava un po’ di tempo libero era un eufemismo. Da quando aveva aperto il suo negozio di antiquariato nella cittadina balneare di Wilfordshire, in Inghilterra, le uniche volte in cui aveva avuto una cosa come due giorni consecutivi senza lavoro erano state per indagare su orrendi omicidi. Quello non contava effettivamente come vacanza, poco ma sicuro!
Proprio allora, un’altra marionetta scese verso il basso, sospesa al suo filo, sopra alla testa di Lacey, risvegliandola così dal suo sogno a occhi aperti. Questa aveva le sembianze di una corpulenta cameriera con fiocco e grembiule. Aveva la stessa faccia grottesca della prima. Lacey arricciò il naso per il disgusto.
“Mi puoi ripetere chi ha avuto l’idea di attaccare questi affari orribili al soffitto?” chiese. “Non so quanto apprezzerò il fatto che mi stiano a guardare tutto il giorno dall’alto.”
Da sopra, Gina ridacchiò. “Ti prometto che le venderemo velocemente. Punch e Judy sono un’istituzione qui in Inghilterra. Non posso credere che tu le abbia tenute nascoste in una scatola tanto a lungo! Almeno le abbiamo tirate fuori giusto in tempo per la calca estiva.”
Lacey non poteva capacitarsi di come quelle brutte marionette potessero considerarsi un’attrattiva, ma su questo si fidava di Gina. In quanto nata e cresciuta a New York, spesso Lacey non capiva le stranezze della cultura inglese.
“Allora, quali erano gli altri indizi?” chiese Gina dall’alto. “Voglio andare a fondo in questo mistero!”
Tenendo la scala con una mano, Lacey usò l’altra per recuperare il suo cellulare dalla tasca dei jeans. Fece scorrere le immagini con il pollice.
“Un castello,” disse. “Un uccello… forse un uccello azzurro, simile a un tordo? Un panino! Una foto in bianco e nero di una signora con in mano uno di quei microfoni anni Quaranta. E un imperatore romano.”
“Un imperatore romano?” ripeté Gina sorpresa. “Magari ti porta in Italia!”
“In Italia? Non è che sia esattamente famosa per i suoi panini, no?” disse Lacey con sarcasmo prima che un’altra marionetta calasse al suo posto, finendo con il suo ghigno proprio davanti alla sua faccia. Questo era un inquietante pagliaccio con vivaci riccioli arancioni. La vernice un po’ scrostata lo faceva apparire ancora più spaventoso. Lacey rabbrividì.
“Attenta con quel sarcasmo, signorina,” le disse Gina. “Vedo che il nostro umorismo inglese si sta impadronendo di te.”
“E comunque sarà una vacanza qui nei paraggi,” continuò Lacey. “Quindi sarà di certo da qualche parte in Ingh… ah!”
Gina aveva lasciato andare un’altra delle sue marionette, solo che questa aveva colpito Lacey dritto in testa. La spostò con una manata e si trovò a guardare in faccia un agente di polizia che sorrideva minacciosamente e teneva un manganello nella sua stupida mano da marionetta. Lacey pensò immediatamente al sovrintendente Turner del Dipartimento di Polizia di Wilfordshire, un uomo con il quale sperava sinceramente di non dover più avere a che fare nel prossimo futuro.
“Quante ne hai ancora là sopra di queste cose orribili?” gridò Lacey, massaggiandosi la testa dolorante.
“Questa era l’ultima,” rispose Gina allegramente, ignara di ciò che era successo di sotto. La scala scricchiolò sotto al suo peso mentre lei scendeva. Quando raggiunse il fondo sana e salva, guardò Lacey in faccia. “Purtroppo non hai la marionetta del cane, e il filo delle salsicce si è staccato.”
Sollevò le finte salsicce. Lacey non voleva neanche sapere che roba fosse.
“Fammi vedere queste fotine allora,” disse Gina, allungando la testa per sbirciare l’immagine sullo schermo del cellulare di Lacey.
Lacey le mostrò le immagini scorrendole con il pollice.
“Oh!” esclamò all’improvviso