Storia vecchia: Commedia in due atti
INTERLOCUTORI
Alfonso duca del Cervo.
Manfredo marchese di Terroni.
Berta marchesa di Terroni.
Un Servo.
ATTO PRIMO
SCENA I
Direte che scendano le mie robe.
Il signor duca parte oggi?
Parto oggi.
Senza remissione?
Ho promesso. (Il servo esce).
Non insisto perchè tu rimanga. Suppongo che potendo lo faresti.
Hai un'aria strana oggi. Che cos'hai?
Quale aria?
Non saprei… Ti scappa il trionfo per tutti i pori, gli occhi ti sfavillano di contentezza. Sembri un raggio di sole.
Mi congratulo colla mia aria.
Ed io con te… Ti si direbbe un collegiale alla prima avventura. Racconta.
Già tu sei il mio confidente antico, e mi potrai anche giovare coi tuoi consigli. Figurati che alla mia età, con moglie… e…
Ci siamo. Non sei un collegiale alla prima avventura, sei un dissoluto all'ultima. Avanti.
Ho ricevuto questa lettera.
Sa di dama un miglio lontano. (Legge) «Caro marchese. Il perdono è così dolce e santa cosa, che proprio non ci resisto. Supplicate e credo vi sarà concesso. Guglielmo.» (Guarda Manfredo) Guglielmo?
È il suo nome.
Di battaglia. Traduzione alla lettera: «Caro marchese. Mi annoio orribilmente. Sofia.»
Come ne sai il nome?
Con me firmava Battista. Ci vai?
Eh! sfido…
E tua moglie?
Come si fa a dire di no… ad una lettera cosiffatta?
Non si dice. E tua moglie?
Fammi il moralista, bravo!
Ti ricordi quando m'hai parlato la prima volta del tuo matrimonio che io ti dicevo che non c'eri nato, che quello del marito è un sacerdozio e che ci vuole una vocazione, e che tu non l'avevi; te ne ricordi?
Sì… e con ciò? Vorrei vederti nei miei panni. Certe cose un gentiluomo, un uomo di mondo, non le può fare. Mi scrive un biglietto…
Dirai che non l'hai ricevuto…
Lo ha portato… un palafreniere…
E poi senti, non ti scrive che è così dolce e santo il perdono? Raddoppia la dose. Che t'abbia a perdonare di più, cresci lo zucchero.
Una donna… che ho amata.
E non le basta?
Che mi diede non dubbie prove…
Sì… anche a me.
Oh! non me ne importa… non mi fai geloso. Ci vado appunto perchè non ci vedo pericolo.
No… ci vai perchè ti solletica quel bigliettino, col suo concettino ben tornito… e poi un ritorno… si risuscitano le sensazioni morte. Un anno di abbandono assoluto… gli è come una imbiancatura alla casa, te la rifà nuova agli occhi.
Insomma, il perchè non monta. Ci vado… È questione di cavalleria.
Oh! quand'è così… io camminavo a piedi.
Ora senti. Come devo fare per ottenere un congedo da mia moglie?
Aggiustati… io non c'entro.
Uh… la morale… come vi fate vecchi… voi altri… che rigidume! Neppure se ti proponessi una birbonata.
No, ma vedi… ci sono delle cose che capisco e di quelle che non capisco. Capisco che la signora… Guglielmo, t'abbia scritto, le capisco questa gran smania di perdonare, lei, a cui bisognerà perdonar tanto, capirei che io, ricevuta una lettera consimile, volassi ai suoi piedi; non capisco che tu, con una moglie bella, giovane, che ti adora, che vale tutte le… Guglielmo di questo mondo, ti ci lasci tirare.
Mi ci lasci tirare!
La posta (Entra con una lettera su di un vassoio).
Permetti? (Dopo letta la lettera) Uh!
Che cos'è? Un'altra avventura?
No… tranquillizzati. Mi scrive il Terni a nome del ministro, per offerirmi la legazione di Baviera.
Accetti?
Oh! Non mi metto al servizio di un governo di cui disapprovo la condotta e combatto i principii.
Questa è cavalleria e ci sto anch'io. Dio sa se ti vorrei in politica così liberale come sei in amore, ma non deve esser l'offa di un impiego a convertirti.
Mi sollecita perchè vada a Roma a conferire col ministro. È inutile.
Oh! già. Dacchè non accetti. A buon conto quella lettera non poteva arrivar più a proposito.
Cioè?
Ho detto fin troppo per la morale…
Ah!.. È vero. Grazie del consiglio.
Mi è sfuggito.
Lo colgo al volo e te ne scarico… Mia moglie.
SCENA II
Buon giorno, marchesa.
Buon giorno, duca. Siete sempre irremovibile?
Pur troppo. Vado anzi a disporre per la partenza.
Si direbbe che vi faccio scappare.
Oh! si direbbe male (esce).
SCENA III
Quanti ne abbiamo oggi?
Ventidue… perchè?
Perchè questi ultimi giorni di campagna mi corrono a carriera. Vorrei che durassero un mese almeno.
Non sarebbero più gli ultimi.
Oh! è vostra la scoperta? Mi perdonerete la mia schiettezza, ma, sono contenta che il duca se ne vada.
Perchè?
È