Non fare ad altri…
NON FARE AD ALTRI…
Il Commissario di polizia.
Il Brigadiere Malomone.
La guardia Fasanisi.
Oscar Gentiletti.
La signora Betta.
La scena è in una piccola città di provincia.
N. B. Quando questa farsa fu scritta, il Commissario di Poliziasi chiamava Ispettore. Ma nel testo della farsa qui riprodotto, essendo quello ancora talvolta recitato da qualche attor comico, è adottato l'attuale titolo di Commissario.
Il gabinetto del Commissario di Polizia: — scrivania, scaffali, seggiole, ecc.
(Il Commissario è seduto presso la sua scrivania con aria grave e autorevole. Ritti, innanzi a lui, stanno il brigadiere Malomone, che è molto grasso, fornito di foltissimi mustacchi, di foltissime sopracciglie, di occhi truci, e la guardia Fasanisi, che è un omino magro, sottilissimo.)
(ai due) Continuate, dunque, continuate.
Erano circa le undici, quando io attraversavo per caso quella via...
Questo particolare me lo avete già favorito parecchie volte.
E mi trovavo a una quarantina di passi dal luogo del disastro.
Quale disastro?
La caduta dell'uomo dall'alto del muricciolo.
Voi accorreste al tonfo...
Al tonfo?.. (Riflette) Al tonfo?.. Non lo so.
Ma che cosa non sapete?
(con stupida importanza) Non so se fu proprio un... tonfo.
Non sentiste cadere l'uomo?
Feci di più, signor Commissario: sentii e vidi: ma, quanto al tonfo, in coscienza, non posso dire nulla di esatto.
Bestia!
Proprio così. «Siete una bestia!»... dissi io alla guardia Fasanisi, perchè non s'era trovata puntualmente un poco prima al posto dove l'uomo doveva cadere. Un buon piantone certe cose le prevede; e Fasanisi, ieri sera, era precisamente lui di piantone alla strada che rasenta il giardino appartenente alla Signoria Vostra.
Ed egli accorse con voi, che... come mi avete fatto sapere, attraversavate...
(insieme)... per caso quella via.
Io accorsi prima di lui.
Andate avanti, Malomone!
Sì, signor Commissario: avanti, sempre!
Che pensaste quando vedeste quell'uomo precipitato giù dal muro che separa la strada dal giardino di casa mia?
Io subito pensai: quest'uomo... è un uomo precipitato giù dal muro che separa la strada dal giardino del signor Commissario di polizia.
Evidentemente, egli, dal giardino, voleva uscire di nascosto...
Ed io, senza perdere tempo, gli domandai: perchè volevate uscire di nascosto dal giardino del signor Commissario di polizia?
L'uomo s'imbarazzò?
(riflette) Non lo so... perchè era ancora disteso a terra.
E che rispose?
Rispose: (riflette) «Ho un fianco rotto.» Allora io gli dissi: «voi siete un ladro.» Allora egli mi disse: «sì, sono un ladro.» Allora io gli dissi: «voi siete in arresto.» Allora egli mi disse: «sì, sono in arresto.»
Non oppose resistenza?
Signor Commissario, si lasciò arrestare come un galantuomo. Io e Fasanisi, gentilmente, lo afferrammo per il collo e lo andammo a depositare in prigione.
Cammin facendo, che aspetto ebbe?
(riflette) Signor Commissario, nessun aspetto!
Dio buono, voglio dire: che contegno serbò?
Ah! il contegno non lo so.
(canzonando) Perchè forse era ancora disteso a terra?
No. Cammin facendo, non era più disteso a terra. Era...
In piedi?
Nemmeno. Era... zoppicante.
(alla guardia) E voi, Fasanisi, avete altro da aggiungere?
Sì, signor Commissario.
Aggiungete!
(a voce alta) Io accorsi prima di lui.
Non è vero!
(alzando viepiù la voce) Io accorsi prima di lui...
Basta così, Fasanisi! Il brigadiere ha ragione, perchè è vostro superiore. E questo è tutto ciò che avevate da aggiungere?
Questo. (Continua a dire per conto suo, borbottando:)Io accorsi prima di lui... Io accorsi prima di lui...
Ora è necessario (scrivendo in fretta un biglietto)ch'io sappia che cosa è riuscito a rubarmi quel farabutto. Fasanisi, questo biglietto a casa mia. (Glielo consegna.) Subito!
(va via borbottando ancora:) Io accorsi prima di lui...
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