Èl Sgner Pirein. Antonio Fiacchi. Читать онлайн. Newlib. NEWLIB.NET

Автор: Antonio Fiacchi
Издательство: Bookwire
Серия:
Жанр произведения: Языкознание
Год издания: 0
isbn: 4064066069803
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       Antonio Fiacchi

      Èl Sgner Pirein

      Pubblicato da Good Press, 2020

       [email protected]

      EAN 4064066069803

       PREFAZIONE

       LA FAMIGLIA SBOLENFI

       I M'HAN FATT CORRER?

       OH! LA CUMÈTTA!!

       CHE BARBERO DESTINO!

       EL TRIBULAZIÒN DÈL SGNER PIREIN IN CAUSA DLA «CORDELIA» ED GOBATTI [5]

       ECHI DI CARNEVALE

       ZOBIA GRASSA [8]

       ALLA CÒURT D'ASSISI [9] (PR'ÈL PRUZÈSS DLA ZERBINI)

       DIES IRAE [11]

       I BIGLIETT DLA LUTTARÌ

       SAN MICHEL

       S' PO DAR ED PIZ?

       E DÒU!

       SÈIMPER DEL DSGRAZI!

       EM CÀPITEN TÙTTI A ME!

       PINGUEDINE ARIOSA!

       L'INÈST DÈL VAROL

       BAGN D' MAR... A DOMICILIO!

       ÈL SCIOPER DI FURNAR

       LA CROCE DEL POTERE [19]

       GIURÌ PEL VINO (ESPOSIZIONE DI BOLOGNA 1888)

       IMPRESIONI ROMANE

       TRASLOCO INFAVSTO!

       ASSICURAZIONE «LA FONDIARIA»

       AMORE MODERNO

       DA UN MSTIR A QL'ALTER

       L'AMORE È UN DARDO...

       ÈL TÈRRAMOT

       A CHE GIOVA LA CLOVACA MASSIMA?!

       SI FISOFOLEGGIA!

       PRENDI MARITO!!

       LO SPIRITO

       LA GELOSÌ (FRA ME E UNA SECCATURA)

       LA VITTA COLLETTIVA

       LE PARENTESI DELLA VITTA (DA UNA CONFERENZA)

       IL TARNASISMO UMANO

       IL DRAMA DELLA VITTA

       LA CONFERENZA DÈL «SUMAREIN DÈL RUSCAROL»

       ARRIVA LA MADÔNA [35]

       ME PTÈIGLA?! [37] (MONOLOGO... IN DÛ PERSUNAGG)

       A ME DL'OCA?! (fra Sozera e Nora)

       Indice

      E così fugge la vita, ora lieta, ora trista, lasciandosi dietro uno strascico di ricordi e di rimpianti tormentatori dell'età che declina. Così si riaffacciano alla mente le imagini dei morti che non vogliono esser dimenticati, degli amici caduti lungo la strada che par seminata di sepolcri come la Via Appia Antica.

      E non è certo per la vanità dell'odiosissimo io che ricordo l'ultima volta in cui vidi Antonio Fiacchi appunto sull'Appia Via, funeralmente silenziosa, in un grigio pomeriggio di ottobre, in faccia alla deserta maestà della campagna romana. Forse la desolata solitudine del luogo e la mestizia del giorno morente ci vincevano, opprimendoci con una vaga sensazione di malessere che spuntava i motti e ci faceva parlare sotto voce. Così, di quest'ultimo nostro colloquio, serbai e serbo un ricordo velato di tristezza, come se udissi ancora i corvi gracchiare tra le rovine.

      E qualche cosa di triste era anche nella arguzia del Fiacchi, uomo di ingegno assai più alto di quello che la sua modestia lasciasse credere e che solo gli intendenti indovineranno sotto l'apparente facilità di queste pagine buttate giù come per svago negli intervalli tra le cure burocratiche, così ripugnanti alle cure dell'arte. Poichè è notevole come l'amaro dell'umorismo pervada e contagi spesso le opere degli stipendiati che si lasciarono tentare dal demonio delle lettere. Furono impiegati il grandissimo Porta, il Belli, il Zorutti e tanti altri che per avi ebbero il Berni, il